Sei un imprenditore intrappolato nella tua azienda e ti senti parte di un meccanismo dal quale non riesci ad uscire? Hai paura a lasciare da soli i tuoi dipendenti perché pensi che possano fare danni? Hai l’impressione che senza di te in azienda non funzioni niente?
Se hai risposto di sì a queste domande e vuoi cambiare il tuo modo di fare impresa sicuramente non potrai continuare a lavorare come hai fatto fino ad adesso.
Hai un organigramma? Se sì, lo fai funzionare? Hai creato un mansionario in cui ruoli e mansioni sono ben definiti? Per le attività che vengono svolte dai tuoi dipendenti hai creato delle procedure chiare e condivise?
Se non sai di cosa sto parlando e stai affogando nella tua attività probabilmente sei stato bravissimo a metter su un’azienda, ma adesso non riesci più a gestirla, anzi a volte pensi che sia lei a gestire la tua vita.
Se invece sei uno di quelli che è stato bravo a creare una struttura, tutta procedure e processi, ma ti arrabbi perchè ritieni che i tuoi dipendenti non siano in grado di metterle in atto, probabilmente non hai ottimizzato la comunicazione interna o addirittura ti manca un sistema di gestione della comunicazione relazionale.
Hai bisogno di trovare nuove figure professionali e stai pensando di ridistribuire il lavoro tra i tuoi dipendenti, magari promuovendo qualcuno a responsabile? Sei sicuro che la persona di fiducia alla quale stai pensando sia in grado di reggere lo stato emotivo di responsabile?
Lo sapevi che molte figure professionali che vengono fatte avanzare rischiano di andare in crisi e di non performare più come prima? La gestione del potenziale delle risorse umane non è banale come molti credono e se anche tu come imprenditore non riesci a renderti inutile nella tua azienda, allora sicuramente non hai ottimizzato le risorse umane.
Pensa che le aziende che riescono a produrre profitti in un periodo così difficile, come questo sono coloro che hanno una struttura organizzata. In periodi di vacche grasse possono essere tutti imprenditori, ma in periodi di vacche magre, la differenza non la fa solamente chi ha più soldi, ma anche chi ha una struttura meglio organizzata.
Vuoi una buona notizia, in questo periodo di Covid sto seguendo aziende, che nonostante le chiusure e nonostante appartengano alle categorie che subiscono parziali chiusure, sono riuscite a fare margini superiori al 2019! Perché? Perché gli imprenditori hanno deciso di sfruttare questo periodi di lavoro rallentato per riorganizzare la propria attività per migliorare i margini in modo voluto e non casuale, investire in marketing in modo intelligente, creare e-commerce, o progettare un sistema organizzato per aprire un franchising. Ti sembra follia? NO è realtà, un imprenditore mi ha chiamato per dirmi che quest’anno paga più tasse che nel periodo pre Covid perché ha aumentato il lavoro ad elevata marginalità ed ha diminuito il lavoro a bassa marginalità, semplicemente riorganizzando il proprio lavoro e spingendo col marketing. Ti sembrerà fantascienza, ma in realtà già venti anni fa c’erano aziende che creavano procedure per i loro processi, solo che al tempo era di interesse di poche aziende che lo facevano solo perché volevano prendere la certificazione ISO.
Era l’anno 2001, esattamente 20 anni fa, quando insieme al responsabile della certificazione ho seguito e fatto la tesi di laurea sulla prima azienda tessile in Italia ad avere ottenuto la doppia certificazione ISO 9000 e ISO 14000. Con quella esperienza mi resi conto di quanto fosse più facile gestire e controllare un lavoro organizzato e strutturato. Successivamente tra il 2001 e il 2002 grazie ad un master conseguito presso la facoltà di ingegneria per diventare manager in processo produttivo oggi definito operation manager iniziai a far pratica su alcune aziende aiutandole a creare le procedure operative dei loro processi, gestire il personale ed il marketing. Quindi ciò che a qualcuno può sembrare nuovo, all’estero, soprattutto in America, ciò avviene dagli anni ’60, forse avrai visto il film The founder (come si è sviluppata la catena Mc Donalds) sai di cosa parlo, ma anche in Italia venti anni fa stavamo già portando innovazione nella gestione aziendale, ma purtroppo da molti non è stata recepita per via del periodo delle vacche grasse.
Oggi aiuto le aziende a creare la struttura ideale per la propria attività in modo tale da rendere più semplice la gestione organizzativa e del personale. Spesso all’imprenditore, soprattutto di una piccola impresa, manca una figura interna che lo aiuti a metter su questa struttura e gli insegni a gestirla in modo funzionale.
In questi anni ho aiutato imprenditori a creare e/o riorganizzare la loro struttura aziendale facendo si che questa si gestisca in modo autonomo anche senza la presenza costante dell’imprenditore. A volte basta mettere le persone giuste al posto giusto e creare un sistema organizzato per poter avere un’azienda efficiente. Per l’analisi del personale ho ideato negli anni un sistema di analisi del sentiment emotivo delle persone in modo tale da renderle anche più motivate. Il metodo Chimera permette di sfruttare al meglio l’intelligenza emotiva delle persone e creare un sistema efficiente.
Il progetto di consulenza aziendale ha lo scopo di tenere sotto controllo la gestione aziendale attraverso la definizione dei processi e la creazione di procedure ad hoc. Ogni tipologia di attività ha le sue caratteristiche e anche una stessa tipologia molto probabilmente ha dinamiche diverse che devono essere riadattate al contesto. Ti chiederai perché? Semplice, se devi costruire un appartamento ex novo in una palazzina partendo dalle fondamenta ci impieghi meno tempo, spendi proporzionalmente meno soldi e non ti devi stressare sotto il profilo relazionale con gli altri condomini che invece in caso di ristrutturazione si dovranno sorbire il disagio della demolizione e tutti i lavori di ripristino, che in qualche modo ti faranno pesare. Stessa cosa accade per le aziende, se le devi creare ex novo, non ci sono abitudini da dover cambiare, se invece devi ristrutturare l’attività aziendale dovrai cambiare le modalità operative. Per questo ci sono varie tecniche, c’è chi usa quella impositiva, che molto spesso non dà grandi risultati, che è necessaria quando si devono certificare le aziende, oppure la modalità condivisa, dove si coinvolge il personale nella stesura ed ottimizzazione delle procedure. In entrambi i casi si dovranno supportare le attività sotto il profilo comunicativo e relazionale con il personale soprattutto considerando che se per anni ha lavorato in un certo modo difficilmente accetterà i cambiamenti, quindi si dovrà andare a gestire anche la relazione per superare la resistenza al cambiamento.
Il progetto ha una durata annua, in modo da analizzare e tenere sotto controllo l’attività nella sua stagionalità, con i vari picchi, si effettua una valutazione dello stato emotivo del personale, poichè durante questi periodi di forte cambiamento e riassetto emergono i vari attori: gli entusiasti, gli scollaboratori, gli scettici, i collaboratori. Gli entusiasti sono quelli che non vedevano l’ora che qualcosa cambiasse, gli scollaboratori, faranno di tutto per sabotare il cambiamento, gli scettici, non sanno se le cose cambieranno, aspettano i risultati, fanno un pò di resistenza all’inizio, ma fondamentalmente seguono la corrente e acquisiscono fiducia con l’accumularsi dei risultati, i collaboratori, accettano il cambiamento e si adeguano al nuovo modo di operare, sono ideali per le realtà procedurizzate. In questo periodo si elencheranno i processi aziendali e si creeranno insieme al personale le procedure operative, si determineranno i KPI da tenere in considerazione per capire se stiamo procedendo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Qualcuno sostiene che le aziende si guidano con i numeri, personalmente sostengo che i numeri sono basilari per capire se “hai la febbre o stai in salute” ma se non gestisci meglio la tua attività la febbre non ti passerà, quindi i numeri ti permettono di capire se stai lavorando bene o male, se le analisi sono approfondite ti diranno il perché, ma il problema molto spesso sta nel trovare o applicare la cura. Attraverso il bilancio saprai se hai un utile o una perdita, attraverso un controllo di gestione saprai da dove ti viene generato questo utile o questa perdita, ma se non metti su una struttura organizzativa basata sulla responsabilità o sulle procedure finalizzata a “guarire” dalle perdite o a “mantenere la salute” del tuo utile, sarai sempre in balia dei risultati senza che tu abbia la possibilità di fare qualcosa. Peraltro un fattore differenziante in tutto questo processo è la capacità di gestire il personale in maniera efficace.
Alcuni anni fa qualcuno mi diceva che era una consulenza solo per le grandi aziende, ma la modalità di applicazione era possibile anche alle piccole realtà, peraltro con una velocità esecutiva e di realizzazione rapidissima. Con alcune attività i primi risultati si ottengono già dopo tre mesi di attività. Sia che si tratti di una start up in cui la creazione delle procedure diventa sperimentale e di mutevolezza estrema, sia che si tratti di un’azienda storica che lavora da decenni con l’abilità professionale dei veterani, di cui si teme la dipartita professionale, perchè senza di loro l’attività non si andrebbe avanti, mettere su un sistema organizzato permette di ottimizzare l’attività, la marginalità e di controllare i processi in modo efficace.
Un elemento basilare che fa da colla a tutto questo progetto è la comunicazione relazionale, non si può pensare di portare avanti un progetto senza tenere in considerazione questo fattore. Le basi del Project Management ci dicono che il project manager deve avere come caratteristica indispensabile la capacità di comunicare al fine di tenere la squadra unita, favorire la comunicazione per far si che i feedback su eventuali problematiche vengano gestiti con tempestività al fine di raggiungere il risultato nel minor tempo e con i minori costi possibili. Il progetto di riorganizzazione mi vede sotto un doppio aspetto quello di consulente prima e poi di coach. La figura di consulente fornisce gli strumenti tecnici e di supporto per ricercare e analizzare i numeri della gestione aziendale insieme all’imprenditore ed ai dipendenti più idonei a farlo, invece sotto l’aspetto del coach il mio compito è quello di “allenare” l’imprenditore a creare, delegare e controllare ciò che abbiamo creato insieme. Il mio lavoro si conclude quando l’imprenditore diventa autonomo nel controllo dei numeri della propria attività e sa esattamente cosa ha scatenato quel problema, a quel punto o si “cura” da solo perchè è in grado di farlo nella maggior parte dei casi oppure si interviene con una consulenza di follow up mirata o in alcuni casi la si fa programmata.
Chi ha bisogno di questo tipo di consulenza?
Aziende che non hanno il minimo controllo sulla propria gestione aziendale, imprenditori che si sentono prigionieri della loro azienda perchè non riescono a gestire il personale in modo efficace come loro vorrebbero, aziende che non hanno una minima idea di come sviluppare la parte marketing (per le attività di marketing puro ho alcune partnership con società di advertising che operano nel settore da decenni e che sviluppano l’e-commerce anche su amazon) aziende che devono creare e gestire una rete agenti, aziende che devono assumere o ricollocare il personale, aziende che vogliono aprire un franchising, imprenditori che vogliono migliorare la propria comunicazione interna, aziende che si sentono come barche che navigano a vista, ma che volendo affrontare il mare aperto si rendono conto che non lo possono fare senza strumenti e senza un equipaggio adeguato.
Se vuoi sapere come fare a migliorare la tua vivibilità di imprenditore in azienda, se vuoi migliorare la tua marginalità ottimizzando il tuo lavoro. Chiamami per un maggiori informazioni al 3287744111 e valuteremo insieme la soluzione migliore per te e per la tua azienda