Tutti noi abbiamo sentito sentito parlare del P.I.L (prodotto interno lordo) che è la misura del valore aggregato, a prezzi di mercato, di tutti i beni e i servizi finali (quelli destinati al consumo) prodotti sul territorio di un Paese in un dato periodo di tempo, ma credo che in pochi conoscano il F.I.L (felicità interna lorda). Nonostante ci sia un giorno dedicato alla festa della felicità, i media continuano a bombardarci su dati del Pil e su quanto questo sia importante per i Paesi, tenendo poco in considerazione il “cugino” Fil, che invece ci può dare informazioni importanti sul tenore di vita reale di quel Paese. Nasce nel 2012 e ogni anno viene prodotto un documento il WHR (world happyness report) che spiega in dettaglio i parametri di valutazione del Fil, quali: il tasso di criminalità, il reddito pro-capite, l’aspettativa di vita, il tasso d’occupazione e il livello d’istruzione.
Ogni anno si aggiungono nuovi parametri di valutazione del grado di felicità, per comprendere meglio la situazione oggettiva di ogni Paese, ad esempio nel 2019 si è tenuta in considerazione la relazione sociale, sia diretta sia influenzata da web e social.
Comparando Pil e Fil ci si rende conto che non è scontato che i Paesi con il Pil più alto siano automaticamente i Paesi più felici, questo a confermare che i soldi non fanno la felicità, anche se in molti casi l’aiutano!
La cosa interessante da valutare è che nonostante l’Italia perda posizioni nel Pil (39 esima posizione nel 2019), nell’ultimo anno ha aumentato posizioni nel Fil (36 esima nel 2019). Se ci si prende la briga di andare a vedere in dettaglio i grafici del documento del WHR (172 pagine di report) ci si rende conto che il reddito pro capite degli italiani non è poi così terribile come si crede, addirittura se mettiamo insieme le voci di reddito pro capite, supporto sociale e aspettativa di vita ci rendiamo conto che siamo leggermente superiori anche a Belgio e Germania che ricoprono la posizione 15 e 16 o addirittura migliore di Israele che è in undicesima posizione con queste tre categorie, perdiamo sicuramente punteggio con il tasso di occupazione, livello di istruzione, criminalità e altre voci meno rilevanti, ma che hanno impatto complessivo sulla felicità della popolazione.
Se riparametriamo la felicità in ambito aziendale ci renderemo conto che uno stipendio elevato, senza un clima sereno con i colleghi e una buona comunicazione e relazione interna, fa sì che si manifesti un grado di insoddisfazione che alla lunga porta anche ad avere minore redditività. Talvolta lo stipendio elevato in un’azienda in cui non si sta bene, non fa altro che mantenere un personale insoddisfatto solo per il mero denaro, ma che non stimola l’azienda alla crescita. Infatti il personale, ben pagato, ma scarsamente motivato farà il minimo sindacale, cosa che solitamente non accade in un’ambiente sereno in cui si è disposti a lavorare anche con retribuzione più bassa, ma con riconoscimento personale ed emotivo. A voi le considerazioni se ciò viene riportato in ambito macroeconomico.
Felicità e redditività se sono strettamente correlate danno stabilità. I paesi scandinavi Finlandia, Danimarca e Norvegia si alternano di anno in anno nelle posizioni di podio del Fil ed il loro Pil resta nella parte alta della classifica pur non rivestendo le prime posizioni. Eppure i Paesi scandinavi hanno una pressione fiscale elevata simile a quella italiana, allora perché loro sono felici e noi no? Semplice la popolazione scandinava gode di servizi che non dovrà ripagare, perché pagando le tasse hanno diritto di godere di tutta una serie di servizi pubblici gratuiti. Svizzera, Olanda, Islanda ed Irlanda sono gli altri Paesi con un buon allineamento Pil/Fil.
Quindi il Pil italiano non è dei migliori, non siamo felicissimi, forse siamo un po’ brontoloni e sfiduciati per come veniamo amministrati, ma una piccola rivincita ce la possiamo riprendere. Saremo anche un Paese caotico o poco organizzato, altri sono più felici e più ricchi di noi, ma un podio ci spetta. L’Italia, secondo i dati del WEF (World Economic Forum) è il terzo Paese più longevo al mondo, battuto solo da Hong Kong e Giappone.
Sicuramente l’Italia ha molto da imparare da altre nazioni per poter migliorare il suo Fil e Pil ed il potenziale che ha potrebbe essere sfruttato meglio ispirandosi ad alcune nazioni che hanno già raggiunto ottimi risultati, tra queste ci sono la Svizzera che si posiziona bene in tutti e 3 gli ambiti (6° Fil, 9° Pil e 5° come longevità), l’Islanda (4°Fil, 16° Pil e 6° longevità) e Norvegia (3°Fil, 7° Pil e 13° longevità).
Un dubbio mi è sorto: che l’Italia venga dipinta peggio di ciò che realmente sia?
Federica Frasconi
leggi di più:
i paesi più ricchi del mondo https://www.travel365.it/paesi-piu-ricchi-del-mondo.htm
i paesi più felici del mondo https://www.focusjunior.it/news/paesi-piu-felici-del-mondo-la-classifica-del-2019/
i paesi più longevi del mondo https://www.turismo.it/oltreconfine/multimedia/art/13-paesi-del-mondo-dove-si-vive-pi-a-lungo-id-16599/